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 ¤ In officina con DataRoby

Consumo Olio
(by DataRoby)

Tanto per cominciare credo sia il caso di fare una premessa: questa non vuole essere una soluzione totale al problema dell’eccessivo consumo di olio del burgman, bensì una sorta di “attenuazione”.

Ho letto in giro che molti lamentano un consumo di olio in questo scooter che in alcuni casi è addirittura allarmante, tipo: 2/3 etti ogni 1000 km, bhé… Io direi che è un pò troppo, non credete?

Innanzitutto bisogna dire che qualsiasi motore endotermico causa un consumo di olio, e ciò è dovuto al fatto che esistono delle tolleranze di gioco in tutti gli organi di movimento quali: pistone su cilindro, valvole su guide valvole, se poi tali motori hanno un chilometraggio abbastanza sostenuto questi consumi tendono per motivi di usura ad aumentare. Sembra però che il Burgman 400, anche se nuovo e quindi con pochi km, abbia una gran sete di olio.
Se si trattasse di casi isolati si potrebbe pensare ad un difetto di fabbricazione di quel mezzo in particolare (tolleranze fuori misura) ma sembra proprio che siano tutti così. Il mio non ne consuma molto, ma questo non è dovuto al fatto che è nato con la camicia e il vostro no, bensì dal tipo di uso che ne faccio: tragitti corti e velocità contenuta (riguardo alla velocità IMITATEMI).
Ma allora questo consumo eccessivo da cosa è causato? Accidenti, stiamo parlando di un monocilindrico di 385cc che non ha neppure prestazioni eclatanti e quindi non certo di indole sportiva, 2 o 3 etti di olio su 1000 km è un’esagerazione. Pensate che io sulla mia Sierra Cosworth 4x4 sulla quale avevo montato un kit gruppo A da 380 cv mi consumava (parlo al passato perché non ce l’ho più) 1 kg di olio in 1000/1200 km, provate a fare un paragone col Burgy che non è nemmeno turbo. Ma allora dove finisce quest’olio? Nella camera di combustione? Bhé... Io direi proprio di si, ma da dove arriva?

Io sono giunto alla conclusione che il tubo di recupero vapori olio che congiunge il carter motore alla scatola filtro ne sa qualcosa!! Perché lo dico?
Provate a smontare il vano sottosella e osservate: noterete subito il tubo in questione che parte dal punto che vedete evidenziato in questa foto

fino ad arrivare al box filtro aria.

Bene….vedete come è corto questo tubo perché molto vicino alla scatola filtro? Vedete come corre in posizione quasi orizzontale?

Adesso provate ad immaginare cosa accade all’interno del carter motore quando esso è in temperatura e quando viaggiate a 6000/7000 giri per non dire di più: l’albero motore (collo d’oca) sbatte violentemente contro l’olio presente nella coppa, il pistone in fase di discesa verso il PMI crea una pressione non indifferente, la temperatura oltrepassa i 100 gradi C°, tutto questo crea uno “smulinamento” all’interno del carter che se solo provaste di togliere il tappo dell’olio quando il motore gira vi accorgereste subito di cosa sto parlando!

La temperatura alta fa evaporare l’olio che dallo stato liquido diventa vapore, questo vapore finisce nel box filtro, e non è che ci voglia molto visto che il tragitto è alquanto breve, tutto questo poi è facilitato dal fatto che l’aspirazione “ciuccia”, e dal fatto che l’aumento di temperatura all’interno del carter spinge fuori attraverso il tubo questi gas, se poi aggiungiamo il fatto che molti spruzzi di olio (causati appunto dallo sbattimento dell’albero motore contro l’olio) possono arrivare molto facilmente all’innesto evidenziato nella figura in alto, che si trova proprio sopra l’albero motore e a distanza direi abbastanza ravvicinata, a questo punto io mi chiedo: ma quanto olio va a finire nel box filtro???? Secondo me una cifra! (cioè parecchio).

Non contento della sola teoria, mi sono dato anche alla pratica: ho preso un pezzo di tubo di gomma lungo circa 50 cm, ho staccato il tubo originale che parte dal carter e al suo posto ho messo quello nuovo, l’altra estremità l’ho infilata dentro una bottiglietta di plastica dell’acqua minerale da mezzo litro (ovviamente l’acqua prima me la sono bevuta) fino a circa metà, ho praticato dei forellini sulla bottiglia vicino all’imbocco e poi ho avvolto per bene il tutto con della spugna che fungesse da filtro. Ho fissato alla meglio la bottiglietta in posizione verticale con delle fascette, ovviamente il tubo originale l’ho ripiegato su se stesso in modo che non entrasse l’aria nel box dal lì.

Tutto questo era solo un’esperimento, quindi provvisorio, mi serviva solo per capire quanto olio fuoriusciva dal tubo collegato al carter. Bene…ho girato tutto il mese di Agosto così, non ho potuto fare molti km a causa del tempo, però 350 km sono riuscito a farli, facendo anche alcune tiratine. Quando sono andato a riprendere la bottiglia per vedere cosa c’era dentro ho constatato che, nonostante i pochi km percorsi, sul fondo si erano depositati circa 15 mm di olio.
A me questo basta e avanza per pensare che la mia teoria era giusta!!

Ma adesso questo cavolo di tubo dove lo mandiamo?
Tutti i motori 4 tempi dispongono di un tubo che collega il carter motore all’aspirazione, provate ad aprire il cofano della vostra auto e vi accorgerete che c’è anche lì. Provate a sollevare il serbatoio della vostra moto (se ce l’avete) e vedrete il tubo fare capolino pure lì.
Se invece provate ad osservare una moto da gran premio, un’auto da competizione oppure l’auto di un fanatico del tuning vi accorgerete che il tubo in questione NON finisce nella scatola filtro, bensì in un decantatore a parte.
Questo non viene fatto per problemi di consumo eccessivo di olio, ma solo per non “sporcare” la carburazione, ma nel Burgy, vista la posizione di tutto l’insieme direi decisamente che si possa aggiungere anche questo vantaggio, cioè quello di non far finire troppo olio sotto forma di vapore o di spruzzi nel box filtro e di conseguenza nella camera di combustione e quindi bruciato.

Lo so… A questo punto vi starete chiedendo: “ma allora, se far finire i vapori (e non solo) dell’olio nella scatola filtro e’ dannoso, perchè i costruttori continuano a farlo?”
La risposta e’ più semplice di quanto si possa immaginare: per motivi di praticità e di costi contenuti, provate di immaginare cosa costerebbe alle case che costruiscono mezzi progettare un contenitore apposito per ricevere i vapori che arrivano dal tubo.
Questo “contenitore” dovrebbe avere i seguenti requisiti: avere un filtro che impedisca alla polvere e ai vari detriti, che arrivano dall’esterno, di penetrare attraverso il tubo nel carter motore inquinando e sporcando di conseguenza l’olio; dovrebbe avere un sistema che abbia la funzione di raccogliere il vapore dell’olio che, una volta raffreddato, ritornerebbe allo stato liquido.
NO! Costa troppo. Meglio far andare tale tubo nella scatola filtro, ed è dai tempi della Ford T di Stanlio ed Ollio che accade!
Non so a voi, ma a me non sta bene che sia cosi!

Avevo cominciato a costruire un piccolo contenitore utilizzando dei fogli di plexiglass (perché lo volevo trasparente) , all’interno avrei messo delle paratìe la cui funzione sarebbe stata di impedire il più possibile ai vapori di arrivare in alto dove avevo intenzione di posizionare un filtro, e di far in modo che l’olio, una volta raffreddato e quindi di nuovo sotto forma liquida, potesse defluire all’interno del carter, cioè da dove è arrivato. Queste paratìe avrebbero dovuto far passare un pò di aria per compensare il variare della pressione che si va a creare nel carter (causata dal movimento del pistone), però poi ho abbandonato tale progetto perchè mi sembrava un po’ troppo laborioso, quindi forse non alla portata di tutti, e poi non avevo la certezza che potesse funzionare per bene.
Poi mi è venuta un’altra idea, più facile, economica, facilmente realizzabile da tutti coloro interessati a tale modifica: si tratta di prendere un semplice tubo di gomma, infilarlo nell’innesto indicato nella figura e poi cercare di stenderlo facendogli fare più strada possibile, cioè passando magari dalla fiancata sinistra sotto la carena, passando da dietro sopra il gruppo ottico posteriore, e da qui continuare il più possibile in avanti passando sotto la carena destra. All’estremità applicare un filtro la cui funzione sarà unicamente di non fare entrare polvere e mondezza di vario genere.
Bisognerà fare in modo che tale tubo, partendo dall’estremità, vada in discesa anche di poco verso il carter motore per fare in modo che l’olio una volta ricondensato abbia la possibilita’ di ridiscendere verso il basso e quindi di ritornare da dove e ‘ venuto.
Volendo si potrebbe adottare anche una soluzione più efficiente: mettere un pezzo di tubo di gomma lungo circa 15 cm nell’innesto del carter e da li poi mettere del tubo di rame arrotolato a forma di molla in modo da creare una sorta di radiatore che possa far scendere di temperatura il vapore di olio in maniera più efficace e quindi di farlo ricondensare più velocemente.

Tutte queste sono solamente delle idee buttate lì che vanno sperimentate e magari perfezionate, sta al nostro ingegno e alla nostra inventiva trovare una soluzione che possa essere facile ed efficace. Ricordate solo che dirottare il tubo vapori olio da un’altra parte che non sia il box aria da solo vantaggi su qualsiasi mezzo. Il fatto ad esempio che la carburazione risulterà essere più pulita, che non è certo farina del mio sacco, è un dato di fatto che qualsiasi buon preparatore di auto sportive o personalizzate (tuning) potrà confermare in totale scioltezza!
Meno olio nella camera di combustione significa anche meno depositi carboniosi (di questi ultimi ci pensa già la porcheria presente nella benzina a procurarli), nel caso del Burgy poi, se aggiungiamo il fatto che ci possa far risparmiare un po’ di olio che al momento non saprei quantificare ma poco che sia è di sicuro gradito, direi che come modifica la si può attuare senza pensarci troppo.

Per ultima cosa, ma non certo meno importante, ricordatevi di chiudere il foro che rimarrà aperto nella scatola filtro, quello dove prima della modifica c’era il tubo, altrimenti passerà dell’aria non filtrata e la carburazione potrebbe risentirne.

Buon lavoro a tutti!

ATTENZIONE
L'articolo riporta opinioni personali dell'autore pertanto le modifiche citate sono da considerarsi come ''modifiche sperimentali''.

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