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Raduni e Tour

Viaggio in Grecia (02/08/03)
(by Moro)

Salve ragazzi!
Sono Marco e, insieme a mia moglie Elena, ci dedichiamo durante la bella stagione al mototurismo a bordo del nostro Suzuki Burgman 400 Business. Abitiamo in Romagna.
Lo scooter l'abbiamo comprato di 6 mesi (invece di un bimbo, è nato lo scooter!) ad Aprile 2002 e da allora, abbiamo percorso 21.000 km.
Siamo stati in Sicilia, in Puglia, in Croazia e Bosnia oltre a diversi w-e in Toscana, Umbria, Dolomiti ecc.
Nell'Agosto del 2003 siamo andati in Grecia. Non la solita Grecia delle Cicladi ma la Grecia continentale, la Penisola Calcidica.
Un'amica greca di Atene, ci aveva consigliato questa zona, fuori dalle mete classiche turistiche e frequentata da un turismo indigeno di buon livello.

Ci siamo imbarcati ad Ancona il 2 Agosto e siamo sbarcati a Igoumenitsa la mattina del giorno successivo. Traversata calma e confortevole in cabina doppia. Si, è vero, in confronto alla maggior parte dei moto turisti che girano col sacco a pelo e dormono in camping, noi ci concediamo una sistemazione più confortevole!
Appena sbarcati, ci siamo diretti verso Salonicco, via Ioannina, Metsovo.
In Italia faceva un caldo torrido, ma in Grecia no, un'estate normale. Abbiamo attraversato le montagne dell'Epiro e della Macedonia Occidentale, abbiamo superato i camion che percorrono questa strada per andare ad Istanbul, abbiamo preso anche diversi scrosci d'acqua, (ma eravamo attrezzati) abbiamo patito anche del freddo (il 3 Agosto!!!!) e al termine della giornata, abbiamo deciso di passare la notte a Veroia dopo aver quindi percorso 'solo' 350 km tutti di montagna e curve. Il Burghy si è comportato ottimamente come sempre, scattante in salita, sicuro in discesa e in curva, tanto che in qualche curva parabolica è facile strisciare il cavalletto a destra sull'asfalto, specie quando si è un po' carichi.

All'indomani, siamo ripartiti verso Salonicco e la strada è decisamente migliorata fino a diventare un'autostrada. Al casello autostradale di Salonicco abbiamo casualmente incontrato, durante una sosta, 4 moto (TDM, Africa Twin, Transalp e Yamaha Diversion) provenienti dalle città a noi limitrofe (Ravenna e Forlì) ed abbiamo fatto amicizia. Tre dei 4, dopo una chiacchierata sulle impressioni del giorno precedente (avevano percorso la nostra stessa strada ed avevano dormito nella stessa città) e sui programmi di viaggio, hanno proseguito per Istanbul, mentre la coppia a bordo del Diversion, ha deciso di seguirci nella nostra meta, prima di proseguire anche loro per Istanbul.
È bello incontrasi tra motociclisti, scatta subito una solidarietà e un rapporto che penso accomuni solo i camperisti. La loro Yamaha Diversion 600 era stracarica di bagagli perché avevano in programma di girarsi la Turchia fino in Cappadocia e di stare in giro per 3 settimane!
Insieme abbiamo quindi percorso gli ultimi 180 km che ci separavano dalla nostra meta. Il Burghy, forse anche a causa del minor peso caricato (anche se io peso 80 kg) si è distinto per le sue caratteristiche motoristiche, ed ho dovuto spesso rallentare (specie nei lunghi saliscendi autostradali) per non perdere gli amici 'motociclisti puri'.
Nel pomeriggio abbiamo raggiunto insieme la meta. Si trattava del paese di Sarti, nella penisola di Sithonia facente parte della regione Calcidica.
Questa regione, posta a sud-est di Salonicco è composta da tre propaggini. Sembra un piccolo Pelopponeso. La prima delle tre propaggini, Cassandra, è di scarso valore turistico. Quella in mezzo, Sithonia, è la più attraente (ed è dove siamo stati) e quella più ad est è formata dal monte Atos, pieno di monasteri, ed interdetta al grande pubblico. Anzi, nemmeno le donne possono accedervi!!!

Da Igoumenitsa avevamo percorso oltre 500 km e il mitico Burghy, come al solito, non ci aveva dato alcun problema. In questa località abbiamo trascorso qualche giorno dedicandoci alla vita di mare e all'ozio; in particolare ci siamo goduti le calette di Kavourotripes, (halkidiki in inglese significa Calcidica) e abbiamo effettuato piccole escursioni con lo scooter intorno alla penisola di Sithonia fermandoci a cenare lungo deliziosi porticcioli.

Kavourotripes è costituita da 3 calette, senza nessunissima indicazione che vi ci accompagni, ma sembra un paradiso terrestre. Ci si accede attraverso uno spiazzo di terra battuta posto a circa 200 mt prima (venendo da nord) del camping Platanitsi. Diversi campeggiatori piantano la tenda proprio a ridosso delle calette, al riparo di pini marittimi ma non possono contare su nessun comfort e nessun bene di necessità. Lì non c'è nulla, tranne natura e mare. Il primo paese 'civile' dista 3 km e si tratta di Sarti.
A Sarti, abbiamo pernottato in una modesta camera privata (domatia in greco) con terrazzo e vista mare al costo di 35 Euro/notte. Certo per la Grecia non è poco, ma quella zona è particolarmente cara e poi l'offerta non era tanta, visto il periodo ferragostano.
Nei ristoranti sulla spiaggia, il pesce viene cucinato in modo molto elementare e la carne è la solita cucina greca che, per i primi 2/3 giorni apprezzi per la novità, poi ti stanca. Ad ogni modo non siamo morti di stenti.

Poiché ci piace unire alla vacanza di relax, anche un po' di cultura, abbiamo deciso di proseguire il viaggio verso la Macedonia Orientale e la Tracia, due regioni poste a ridosso della Turchia.
Dalla nostra guida Lonely Planet, avevamo infatti appreso che le città di Kavala, Xanthi e Komotini avevano una minoranza turca derivata dalla precedente appartenenza, di questa parte della Grecia, all'impero ottomano. Ci eravamo quindi figurati di vederci un po' di moschee, di minareti e di musulmani nel loro pieno vivere.
Abbiamo quindi caricato i bagagli sul nostro fedele destriero e siamo partiti da Sarti l'8 Agosto, per dirigerci verso Kavala, fiancheggiando il mare ed ammirando splendidi panorami lungo la strada costiera. Per altro, a dispetto dei luoghi comuni e di quanto ci era stato detto, in quella zona ci sono strade ottime (spesso a 4 corsie) e specialmente ben tenute.
Un fatto degno di nota è che, in presenza di una strada a due corsie semplici, gli automobilisti greci si tengono strettamente alla propria destra, spesso mettendo anche le ruote destre oltre la linea del margine destro; questo comportamento consente agli altri automobilisti ed ai motociclisti, di superare agevolmente senza invadere la corsia opposta.
Kavala è stata un po' una delusione. Il castello non era particolarmente attraente e il quartiere musulmano non era granché caratteristico. L'unico monumento di rilevanza, l'Imaret, una costruzione coperta da 18 cupole in stile arabo, che una volta era utilizzata come madrassa (scuola di teologia), era in corso di ristrutturazione e non ci si è potuti accedere.
Allora, dopo aver calmato l'appetito con un breve spuntino a base di insalata di polipo (a pranzo, quando si gira in moto è meglio restare leggeri) ci siamo diretti verso Xanthi.
Purtroppo anche Xanthi ha conservato poco di orientale e la città, molto moderna, sembra una delle nostre belle città di provincia. Molto ben organizzata, vivibile, ma poco attraente dal punto di vista artistico. Il quartiere musulmano, sulla parte nord della città, non è poi così tipico se ad es. confrontato con il centro storico di Sarajevo dove siamo stati ad Agosto 2002.
A questo punto, non ce la siamo sentita di andare ulteriormente verso est, verso Komotini per non rischiare ulteriori delusioni. Abbiamo quindi pernottato a Xanthi in un bel hotel.
All'indomani siamo ripartiti sulla strada del ritorno (direzione Salonicco) poiché, prima di terminare la nostra vacanza ad Igoumenitsa, volevamo concederci una sosta alle famose Meteore.

 

Il giorno 9 Agosto abbiamo così percorso 500 km da Xanthi a Kalambaka, cittadina ai piedi delle Meteore, tagliando orizzontalmente buona parte della Grecia.
L'episodio che ha caratterizzato la giornata è stato un problema con il pneumatico posteriore. Premetto che faccio sempre tagliandare lo scooter prima di partire per viaggi oltre i 1500 km, anche se non sono trascorsi i 6000 km previsti dalla casa, al fine di evitare problemi in luoghi lontano da casa. Certo, spendo di più di quanto si dovrebbe, (perché magari sostituisco un pezzo prima della sua totale usura) ma in fondo viaggio più sicuro e senza preoccupazioni e/o imprevisti. Purtroppo questa volta ho deciso di non sostituire il pneumatico posteriore poiché, mi era stato detto, era al 50% dell'usura. Ne avevo previsti circa 2000 (sono stati 2100) e ho lasciato quello che c'era, un Michelin che sembrava ancora in ottime condizioni. Effettivamente l'usura non è stata alla base del problema riscontrato; dopo lo stop in un autogrill, prima di risalire sullo scooter, mi sono (fortunatamente!!!!) accorto che il pneumatico presentava dei rigonfiamenti in corrispondenza dei tasselli della scolpitura e che, ho valutato, probabilmente sarebbe scoppiato in corsa. Eravamo super demoralizzati. All'autogrill non ci potevano sostituire il pneumatico e, dopo aver scaricato un pò la pressione, siamo ripartiti a bassissima velocità verso la prossima uscita. La dea bendata ci ha però salvato! A 3 km dall'uscita c'era una assistenza Suzuki ancora aperta, nonostante fossero le 14,30 del Sabato pomeriggio! Oltretutto il titolare, un greco tornato in patria dopo 20 anni trascorsi in Australia, parlava un ottimo inglese e, insieme a sua moglie, ci hanno fatto compagnia e dato un'ospitalità senza confronti.
Sostituito il pneumatico (che, a dire dell'officina era difettoso e nulla c'entrava l'usura...) siamo ripartiti ed abbiamo completato i 500 km arrivando a Kalambaka.
Non eravamo neppure tanto stanchi, tanto che alla sera, dopo cena, ci siamo messi a gironzolare a piedi per le vie del paese.

All'indomani abbiamo visitato gli splendidi monasteri arroccati in cima ad altissime rocce (che ormai tutti conoscono), riuscendo a parcheggiare il nostro Burghy agevolmente, a dispetto degli automobilisti che, visto il ristretto spazio a disposizione, erano costretti a manovre di ogni tipo.
Nel pomeriggio siamo ripartiti in direzione Igoumenitsa poiché alla sera è partito il traghetto che ci ha riportato in Italia.

Dati tecnici.
Sul Burghy abbiamo caricato:
- una borsa tipo quelle che si usano per andare in palestra, con le due tasche laterali della Diadora posta sotto la sella. Rimane, ai lati della borsa, ancora lo spazio per altri piccoli oggetti come il bloccaruota (Block, con le palle), una bottiglietta d'acqua il K-way, ecc.
- una bauletto di 33 lt posto sul portapacchi posteriore. In effetti sarebbe possibile caricare anche un baule più capiente da oltre 50 lt, ma preferisco non eccedere per non soffrire di sbilanciamenti in curva. Anzi, gli oggetti più pesanti, cerco di porli nella borsa sottosella.
- Una borsa da 20 lt posta sul tunnel centrale (marca Tekno) ed ancorata con due strap a velcro sui lati del tunnel. Tale borsa è dotata di una tasca esterna per le cartine e le guide stradali di pronto utilizzo. L'unico svantaggio è che, non si può abbandonare lo scooter con questa borsa a bordo poiché è facilmente asportabile tirando. Ad ogni modo dispone di una comoda tracolla.
- Un materassino da mare arrotolato sul portapacchi posteriore.
Noi pesiamo: 54 kg mia moglie e 80 kg il sottoscritto.
La sospensione posteriore la regolo a 30 scatti su 35 disponibili.
Ho montato un parabrezza after market, di qualche cm più alto di quello di serie per avere maggiore protezione dato che sono alto 186 cm.
Ho fatto ammorbidire l'imbottitura della sella (solo nella mia parte) per avere un appoggio più soffice dato che spesso ci passiamo molte ore seduti sopra.
Per il resto, tutto è di serie.
Il consumo di attesta a circa 23/24 km/l su strade extraurbane. Aumenta del 30% in autostrada dove mantengo una velocità di crociera di 120/130 di tachimetro.
Un appunto allo scooter è la scarsa capacità del serbatoio. Si fanno 300 km se non si va in autostrada e 200 se si percorre solo autostrada. Però non si può pretendere di trovare un distributore proprio quando si è giusto a secco e quindi bisogna rifornire dopo aver percorso 250 o 150 km a seconda dell'utilizzo
.

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