Invito tutti a leggere questo articolo tratto dall'ASAPS (Associazione Sotenitori Amici Polizia Stradale)
Il numero complessivo delle vittime sui veicoli a 2 ruote è impressionante.
Oltre 14.000 morti e 860.000 feriti negli ultimi 10 anni, sono numeri drammatici. Lasciatemi dire che neppure le truppe americane in Iraq e Afganistan hanno contato in questo decennio tante vittime e feriti.
Ormai è più pericoloso per un motociclista viaggiare lungo i passi del Muraglione, Cisa, Calla, Futa che per un soldato americano girare in divisa per Bagdad.
Fino ad aprile l'Osservatorio il Centauro -Asaps aveva registrato un calo della mortalità dei motociclisti, nei fine settimana, del 30% rispetto lo scorso anno.
Ma noi sapevamo che non c'era molto da stare tranquilli, perché il merito era stato dell'inverno molto lungo e dei fine settimana sempre con pioggia. E' bastato un mezzo weekend col sole (la scorsa domenica è piovuto) per ribaltare la situazione con ben 13 morti fra i motociclisti. Si può continuare in questo modo?
Venendo a noi è possibile che la SS 67, magari per colpa di pochi, diventi una statale ansiogena per le persone tranquille, per gli abitanti di Dovadola, Rocca S.C., Portico e San Benedetto?
E ora che ci poniamo molte domande sullo stato delle nostre strade ormai veramente ai limiti, con buche, vie d'uscita occupate da segnali, guard rail taglienti come rasoi. Ma dobbiamo parlare anche della produzione di motoveicoli con potenze da pista. Moto che in prima fanno i 130 km/h, da 0 a 100 vanno in meno di 4 secondi, che raggiongono velocità anche di 300 km/h.
Ogni anno i modelli in vendita hanno un CV in più e un kg in meno di peso. Ma alla guida non c'è Valentino Rossi, spesso ci sono dei semplici e comuni signori Rossi, appassionati di moto, ma con l'accettazione di una soglia del rischio troppo elevata. Poi la strada non ha nulla a che vedere con la pista, paradossalmente il posto più sicuro al mondo per i conducenti. Il problema - lo dice la nostra inchiesta Mal di Moto - è globale e generale.
Una generazione intera sta pagando costi incredibili con vite perdute e invalidità permanenti che determinano costi sbalorditivi per la sanità . Che paghiamo poi tutti. Torniamo alle nostre strade. Dobbiamo pretendere che le autorità adottino iniziative adeguate per la messa in sicurezza della SS 67.
Già oggi l'indebolimento, al limite dell'esistenza, del Distaccamento Polizia Stradale di Rocca S.C., fa pagare un ticket notevole alla sinistrosità grave di questa nostra importante strada. Non si devono attendere altre tragedie.
Si deve intervenire subito per la messa in sicurezza del nostro corridoio toscano-romagnolo. Si deve pretendere la rimessa in organico della Stradale di Rocca S.C., si deve procedere alla installazione di sistemi di controllo elettronico della velocità , autovelox, telelaser col supporto delle varie forze di polizia statale e locale del territorio. Si deve esigere un intervento immediato per la sistemazione dei punti critici e pericolosi della statale leopoldina. Si può continuare all'infinito con il ritornello: agenti non ce ne sono, soldi per sistemare le strade non ce ne sono e intanto conteggiare numeri da mattanza con costi sociali da manovra finanziaria?
Ora anche le famiglie dicano la loro, anche gli amici dei motociclisti "caduti" sulle nostre statali devono, tutti insieme, contribuire ad esigere un modello diverso di educazione stradale e formazione. Con comportamenti maturi.
No, non basta uno schieramento di motociclisti fuori della Chiesa, che salutano un amico deceduto con una accelerazione, un rombo di cordoglio e ricordo.
No non può bastare. Il rombo non potrà mai coprire le responsabilità che sono di tanti.
Giordano Biserni
Presidente Asaps
nessuna faccina