da un articolo di Moto.it.
Parole Sante
“Belli i raduni, ma non quelli
in autostradaâ€
di Nico Cereghini | Molti tra noi hanno la cattiva abitudine di darsi
appuntamento appena oltre il casello. Lo facciamo da anni, sempre più
numerosi e senza pensare ai pericoli che corriamo inutilmente
Motociclisti a decine che tagliano l’area
di accelerazione per raggiungere gli amici,
si fermano vicini al guard-rail, parcheggiano
le loro moto, si sfilano il casco, ridono e
scherzano aspettando il ritardatario
Ciao a tutti! Al raduno
dello Stelvio, sabato
scorso e poi domenica
per la trentaseiesima edizione,
c’era il pieno. La canicola non
ha fermato i motociclisti di pianura
e del resto le promesse
erano tante: respirare aria frizzante,
impostare dei gran tornanti
senza le auto nei pressi,
incontrarsi tra simili. Sono tutte
cose belle che hanno funzionato
anche questa volta: mai vista
tanta gente così, si parla di 30.000 presenze. E del resto anche al
WDW di Misano dello scorso fine settimana si è registrato il tutto
esaurito, al punto che molti dicono che la voglia di moto è più forte
della crisi. Naturalmente la realtà non è così semplice, e sono tanti
anche quelli che, purtroppo, anche quest’ultima domenica sono
stati costretti a rimandare l’uscita a tempi migliori; e a loro va – se
a qualcosa può servire - la nostra solidarietà . Moto, estate, vacanze,
chilometri. Non sono tempi facili, ma appena si può si esce dalle
città , sempre più invivibili. E spesso si finisce ad appiattire le gomme
in autostrada. Lì sulle tre o quattro corsie ci si diverte zero e si
spendono soldi, ma la necessità di raggiungere la nostra meta in
tempi ragionevoli passa quasi sempre tra le due sbarre semoventi
e centinaia di noiosissimi chilometri a moto dritta. Noi motociclisti
abbiamo un cattivo rapporto con l’autostrada, si sa, paghiamo lo
stesso pedaggio dell’Audi Q7 ma non abbiamo scelta. E a proposito
di raduni a Sondalo e a Misano c’è un fenomeno del motociclista
autostradale che da anni mi inquieta e che torna puntuale ad ogni
estate: la concentrazione nella corsia di emergenza, appena passata
la barriera di entrata o di uscita. “Ci troviamo alle 9 al casello e
partiamo da lì†oppure “ci aspettiamo per un saluto dopo il casello
e poi tutti a casaâ€. In un modo o nell’altro, ecco motociclisti a decine
che tagliano l’area di accelerazione per raggiungere gli amici,
si fermano vicini al guard-rail, parcheggiano le loro moto, si sfilano
il casco, ridono e scherzano aspettando il ritardatario. E il tutto a
cinquanta centimetri dal TIR che è passato nelle corsia telepass
e già viaggia veloce; perché ci sono ancora molte barriere con il
varco del telepass piazzato sul lato destro. Un malore, un colpo di
sonno, un sms da fare in acrobazia tenendo il volante col ginocchio
e succede un casino. Non è una delle nostre migliori abitudini, questa
del raduno sulla corsia di emergenza. Anzi, ammettiamo pure
che è tra le peggiori. Eppure resiste immutabile dagli anni Settanta
-me li ricordo, i soci del MC Milano con le Bonneville e i Commando
e le prime Laverda S- e nessuno pare preoccuparsi dell’enorme
pericolo che corriamo. Non sarebbe l’ora di spostare il luogo
dell’appuntamento un po’ più in là , magari alla prima area di sosta?
Voi che ne pensate?