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Recensioni

Anteprima Burgman K7 (EICMA 2005)
(by Pascal)

Dopo le prime anticipazioni del salone di Tokio dove avevamo visto il nuovo Burgman SkyWave 250 finalmente è stato presentato il nuovo K7 anche in Italia. La fiera del Motociclo di Milano (EICMA 2005) era un appuntamento che non mi potevo perdere.
Le foto del nuovo modello avevano tuttavia cominciato a circolare in internet qualche giorno prima, ragion per cui avevo avuto la possibilità di dare una prima occhiata ai cambiamenti. Quello che mi appariva dalle foto era un maxi-scooter con una linea molto distante dal Burgman che conoscevo. I fari anteriori presentavano una forma e dei particolari che non ho affatto apprezzato in un primo momento. La falce di luna (unica nei primi modelli e spezzata nei più recenti) che ha sempre caratterizzato il gruppo ottico anteriore aveva lasciato posto a due fari con una forma molto diversa che richiamava le forme delle moto Suzuki.
Un altro particolare che stonava erano gli indicatori di direzione, ora tondi e diretti unicamente in avanti, mentre prima presentavano una forma più classica e ben visibile anche di profilo.
Dalle foto spiccavano anche due inedite (per il Burgman, si intende) prese d'aria che davano una caratterizzazione piuttosto aggressiva al mezzo.

Il codino invece non si poteva più definire tale in quanto le dimensioni sono state particolarmente allargate allontanandosi drasticamente dalle linee a cui eravamo abituati.
Una visione dall'alto mostra fin troppo chiaramente la somiglianza ad un sanitario. Ho pensato parecchio se scrivere oppure no questa mia ultima osservazione; purtroppo non ho saputo resistere, la somiglianza è troppa e questa caratterizzazione, come spiegherò più avanti, è quella che, a mio parere, ha messo Suzuki su una strada sbagliata. Hanno tentato di aumentare ulteriormente la già abbondante capacità di carico sacrificando però le dimensioni ancora piuttosto contenute che i modelli precedenti erano riuscito ad avere.

Spiccavano inoltre un tanto acclamato doppio disco anteriore, uno scarico ovale, una strumentazione rinnovata, un disco posteriore posizionato sul lato opposto a quello in cui eravamo abituati a vederlo ed un parabrezza più lungo.
Le novità del motore sono di avere una maggiore cilindrata, portata a 400cc aumentando l'alesaggio, e il doppio albero a camme per una distribuzione più efficiente. Il telaio è stato alleggerito e irrigidito mediante l'uso di tralicci d'acciaio più alti e stretti. Il peso complessivo del mezzo è tuttavia aumentato da 183 a 194 kg. La presumibile potenza in più (peraltro mai dichiarata dai costruttori) data dal motore più possente penso quindi che vada persa per via della stazza maggiore.
Sulle sole caratteristiche visibili ho così deciso di concentrare le mie attenzioni nella mia visita all'EICMA 2005.

Entrando nel padiglione che ospitava Suzuki spiccava, proprio al centro, lo stand della casa giapponese, per cui mi sono diretto subito lì. Un nuovissimo Burgman 400 K7 silver era in bella mostra al centro dello stand all'interno di un tubo semitrasparente, come a voler chiarire subito al pubblico quale fosse la vera novità dell'anno.
Poco distante due modelli, uno dei quali color antracite mentre l'altro bordeaux.
D'ora in poi cercherò di limitare le mie opinioni sull'estetica ma, visto che il primo approccio al nuovo Burgman è stato solo una semplice visione del modello statico, mi risulta impossibile evitarle totalmente.
Sul modello in color silver spiccavano particolarmente le due prese d'aria frontali che personalmente non apprezzo su uno scooter da me sempre considerato con caratterizzazione classica. Ragion per cui non mi sono soffermato ulteriormente sul tale modello.
Nei due modelli poco distanti tale caratteristica è un pò meno evidente in quanto viene un pò nascosta dai colori con toni più scuri che non enfatizzano le curve.

I due fari anteriori, che in foto mi erano piaciuti così poco, sembrano invece essere abbastanza belli visti dal vero, forse mi ci devo abituare ancora un pò visto che ero arrivato in fiera molto prevenuto su tale forma. Ma sebbene siano parecchio diversi dai modelli K3-K6 sono ancora piuttosto in linea con le forme classiche del Burgman. Nel modello presentato ho notato purtroppo che il K7 è cieco in un occhio, nel senso che all'interno dei due fari trovano posizione da una parte la luce anabbagliante e dall'altra quella di profondità. Non sembra possibile neanche una modifica ai bulbi in quanto le parabole sembrano essere differenti l'una dall'altra.
A lato dei fari le due prese d'aria terminano con due griglie di colore scuro. Il motivo per cui ora siano presenti, se non per un fatto estetico, mi è ancora oscuro in quanto il Burgman non è un motore particolarmente caldo e anche nei periodi estivi, durante la marcia, il flusso d'aria sul radiatore è sempre stato più che sufficiente.
Il parafango anteriore invece ora è più simile a quello del modello da 650 centimetri cubici così come i freni che sono ora a doppio disco. Sembra inoltre essersene andata la frenata integrale che ha caratterizzato fino ad oggi questo scooter. Purtroppo la sensazione che si ha tirando la leva destra, quella che aziona il freno anteriore, è ancora di un freno ugualmente "spugnoso". A questo punto mi chiedo perchè abbiano aggiunto il doppio disco se poi non hanno previsto tubature in treccia. Il pneumatico anteriore è passato da 13/110 a 14/110.

Toccando, nel senso letterario della parola, il modello ho avuto l'impressione che le plastiche siano cambiate. Non danno più l'impressione di elasticità e solidità dei primi Burgman ma sembrano più simili a quelle degli altri scooter, spero di essermi sbagliato.
L'assenza della chiave di accensione mi ha purtroppo precluso la possibilità di vedere dal vivo la strumentazione, completamente rinnovata, che dalle foto viste su internet mi era subito sembrata finalmente in linea con quella di altre case costruttrici. Un'occhiata al vano portaoggetti frontale da 10 litri ha evidenziato che, mentre la parte di destra è sufficientemente sfruttabile, quella sull'altro lato (dove ora si trova la batteria) è talmente poco profonda da essere praticamente inutilizzabile; non tanto per le piccole dimensioni ma proprio per la scarsa profondità che causa la caduta dell'oggetto nel momento in cui si sta andando a richiudere il cassettino.
I vani laterali sono risultati impossibili da aprire in quanto Suzuki ha pensato bene di chiuderli con due viti in occasione della fiera, forse per evitare che si rompessero (gran brutto segno), col risultato che i visitatori nel tentativo di aprirli dalla parte sbagliata li hanno comunque rotti.
Il freno a mano è tornato ad assomigliare a quello del primo modello. E' posizionato al centro della plancia, forse un pò troppo in vista, risulta morbido, ma non ho verificato se era così perchè non frenava la ruota oppure se è stato ben concepito. Penso sia importante una verifica perché, sul modello vecchio, tale comando era di difficile sbloccaggio a causa dell'eccessiva durezza del pulsante che qui è stato sostituito dalla stessa manopola che, ruotando, si sblocca.
Il parabrezza risulta al guidatore un pò più alto, segno che la casa giapponese ha riguardato la protezione dal vento, e dà l'impressione di proteggere meglio chi siede sul posto di guida. La particolare forma coi fianchi che scendono paralleli dà l'impressione che il parabrezza sia eccessivamente stretto e lungo, inoltre tirandolo leggermente nella parte alta l'escursione è troppo ampio segno che il modello esposto è stato assemblato in modo troppo approssimativo oppure lo spessore della plastica è troppo scarso. Il profilo, visto lateralmente, sembra ben studiato facendo quindi ben sperare in una protezione dell'aria migliorata rispetto al passato.

Sedendosi sulla sella la posizione di guida è ancora molto comoda e la seduta appare molto confortevole, né troppo rigida né troppo morbida. Le gambe sono comode sia in posizione arretrata che ben distese anche per persone di alta statura la posizione di guida è quello di sempre. La sella sembra quindi migliorata, non di tanto ma in maniera apprezzabile. Il passeggero invece si troverà due pedane più piccole di quelle a cui era abituato e, sebbene la sua seduta abbia una forma migliore, i due maniglioni laterali sono di difficile presa essendo un pò più arretrati e con un profilo differente. All'interno infatti la forma è concava e questo non facilita affatto una presa sicura. Purtroppo i maniglioni creano un altro problema. Sono talmente vicini alla sella che quando la si chiude rimane pochissimo spazio tra i due elementi. Essendo la sella sostenuta solo dall'ammortizzatore laterale essa tende a stare un pò inclinata e scendendo storta tra i due maniglioni così vicini il rischio di strusciarla e tagliare col tempo la pelle è terribilmente reale. In fiera ho inoltre visto che l'attacco anteriore della sella era assolutamente "ballerino", forse per colpa del già accennato assemblaggio approssimativo fatto in occasione della fiera oppure per i ripetuti apri-chiudi dei visitatori, fatto sta che questo è un altro particolare preoccupante nell'ottica di qualcuno alla ricerca di uno scooter di alto livello qualitativo. Passando al sottosella la situazione è ahimè ancora peggiore. Le ultime versioni del Burgman si distinguevano per un'ampia capacità di carico (53 litri) "totalmente" sfruttabile in quanto tale spazio aveva una base piana; era quindi un vero e proprio baule. Nella nuova versione invece i costruttori hanno allargato i fianchi aumentando il litraggio e portandolo a 64 litri. Tale spazio presenta però un "bozzo" centrale con la forma della ruota sottostante vanificando quindi lo spazio in più e togliendo la possibilità di mettere il carico in posizione stabile. Controllando meglio sotto al parafango ho però avuto l'impressione che il bozzo centrale nel sottosella non fosse necessario e fosse stato messo solo in occasione della fiera, forse per distrarre la concorrenza. Spero vivamente che il mio sospetto sia confermato quando il muovo K7 verrà messo in commercio.
La fanaleria dietro è stata ridisegnata e richiama le forme del primo modello con una linea curvata verso il basso. Gli indicatori di direzione sono inediti e si rifanno a quelli anteriori essendo trasparenti con le lampade interne color ambra.
Lo schienalino passeggero è sparito ma ho ragione di credere che tale particolare verrà aggiunto nelle versioni di prossima commercializzazione, almeno per chi ne farà richiesta.

Spostandosi nella zona della ruota posteriore notiamo invece grossi cambiamenti.
La ruota dietro da 13/150 invece di 13/130 non è più attaccata da un solo lato ma ora è tenuta da entrambe le parti.
Il freno a disco non è più dalla parte del variatore e incassato al centro del cerchione ma è sul lato opposto, tra ruota e marmitta. Presumo che l'accesso alle pinze per la manutenzione ne tragga giovamento. Questa scelta però ha reso necessario spostare più all'esterno il silenziatore, forse un pò troppo; ma questo andrà verificato in una prova su strada. Per limitare l'ingombro laterale dello scarico è stato quindi montato un silenziatore ovale come peraltro da tempo presente su tutti gli altri modelli Suzuki.
Il carter laterale che copre la trasmissione non è più in tinta con la carrozzeria ed è diventato bicolor. Sebbene sulla cartella stampa fosse indicato che l'ammortizzatore posteriore sia regolabile nel precarico non ho trovato nessun comando.

In definitiva i mezzi in visione al salone hanno evidenziato alcuni aspetti che denotano miglioramenti sebbene alcune scelte fatte dalla casa madre mi appaiono per ora decisamente azzardate o totalmente inefficaci.
Penso sia necessario che Suzuki corra ai ripari prima di mettere sul mercato il suo nuovo modello perchè un passo falso lascerebbe inevitabilmente un ampio spazio alla concorrenza e tradirebbe il buon nome che il Burgman si è fatto in questi anni. Qualora i difetti da me riscontrati fossero dovuti invece ad un assemblaggio frettoloso e non curato per presentare in tempo il nuovo modello la cosa mi preoccuperebbe ancora di più perchè una fretta del genere me la aspetterei anche per la commercializzazione e si sa... Presto e bene non vanno mai d'accordo.

AVVERTENZA
Le opinioni dell'articolo sono personali dell'autore e come tali devono essere prese in considerazione.

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